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In questi giorni durante i quali l’autunno sembrerebbe esser arrivato in anticipo, la voglia di zuppe e minestre a casa mia aumenta. E allora la pasta e fagioli è una delle prime ricette alle quali penso. La pasta e fagioli è una ricetta classica che fa parte della tradizione culinaria di molte regioni italiane, ma la pasta e fagioli alla triestina è resa particolare dall’aggiunta del cosiddetto “disfrito”, una preparazione a base di olio extra vergine e farina. Un sorta di roux (potremmo dire in versione vegan) che viene cotto alcuni minuti fino a farlo leggermente scurire e che serve a legare e a inspessire la minestra.
E’ curioso notare come questa stessa tecnica venga impiegata nella cucina indiana nella quale un composto cotto a base di farina e olio vegetale, quasi sempre insaporito con delle spezie, viene aggiunto, in questo caso a fine cottura, nei piatti a base di legumi per poterne inspessire la consistenza. Ispirandomi a questa usanza indiana, mi capita di aggiungere un pizzico di Garam Masala (un mix di spezie tipico della cucina indiana) anche al disfrito per la pasta e fagioli. Il risultato è interessante. Provate!
Come forse già sapete, prima di trasferirmi in Friuli, ho vissuto la maggior parte della mia vita a Trieste e, pur non appartenendo a una famiglia di cultura triestina, la cucina di questa città mi ha sempre affascinata. Ho già pubblicato alcune ricette triestine sul blog e lo farò ancora sicuramente nel corso del tempo. Ma se siete interessati all’argomento “minestre tipiche triestine” vi consiglio di leggere anche la ricetta della Minestra di bobici . Entrambe le ricette sono state create grazie alla mia collaborazione con la famiglia Parovel, una famiglia di produttori di vino e olio extra vergine d’oliva nella Valrosandra, in provincia di Trieste. Ho avuto modo di cucinare con loro e di scoprire i segreti del loro ricettario familiare. Assieme abbiamo elaborato alcune ricette che sono state inserite nel loro sito aziendale e vengono utilizzate per le etichette e per la promozione dei loro prodotti. Se volete saperne di più vi consiglio di visitare il sito Parovel.
Ora non mi resta che lasciarvi la ricetta e augurarvi una buona serata 🙂
- 500 g di fagioli borlotti secchi
- 100 g di pasta corta
- 2 cucchiai di olio extra vergine Macké
- 2 L di brodo vegetale
- 2 cucchiai di farina 00
- 1 foglia di alloro
- 1 spicchio d’aglio
- 1 cipolla
- sale
- Mettere a bagno i fagioli secchi per una notte. Scolarli, sciacquarli bene, immergerli in acqua fredda e portarli a cottura aggiungendo la cipolla intera. (vedi note)
- Una volta cotti i fagioli, tenerne da parte tre cucchiai e passare il resto a un passaverdura munito di fori medio-fini.
- Preparare il disfrito: porre in un pentolino antiaderente due cucchiai di olio extravergine Mackè e unire due cucchiai di farina, lo spicchio d’aglio tritato finemente (o, ancora meglio, ridotto in purea). Se volete provare la versione esotica della ricetta, aggiungete a questo punto un cucchiaino o due di Garam Masala.
- Continuando a mescolare con un cucchiaio di legno, far cuocere per 5-10 minuti su fuoco dolce, finché il composto non avrà assunto un leggero colore brunastro. Togliere dal fuoco e aggiungere, poco alla volta, mezzo litro di brodo vegetale. Mescolare bene con una frusta per non formare grumi, rimettere sul fuoco e riportare a ebollizione. Aggiungere i fagioli frullati, il brodo vegetale rimasto, la foglia d’alloro e far cuocere per 20-30 minuti.
- Trascorso il tempo necessario aggiustare di sale, unire i fagioli interi tenuti da parte e la pasta che, nel frattempo, avrete cotto molto al dente. Lasciar insaporire la pasta per qualche minuto ancora sul fuoco e servire immediatamente, aggiungendo in ogni piatto un filo di olio extra vergine d’oliva Macké.
Ricetta creata grazie al supporto di Parovel Vigneti e Oliveti
una bela scivola un crodighin , panseta fumighada , fasoi imbriagoni ,due foie de laverno per el mal da pansa, cusi fasevimo la pasta e fasoi. El disfrito mia mama lo usava poco. Penso che i modi de far sta minestra xe tanti tuti sonta qualcosa ma la vien sempre bona e triestina. ciao
Ciao Fabio!!! 😀 che bel modo di raccontarmi la ricetta della tua mamma! Sì, penso anch’io che ogni famiglia abbia la sua personale versione e non ne esiste una migliore di altre. Sono tutte buone e tutte sanno riportarci indietro con la memoria a persone e luoghi importanti della nostra infanzia. A presto e grazie mille per essere passato a trovarmi ! 🙂
Fabio, bravo giusto te ga ragion, anche mi meto luganighe, panzeta fumigata, mio papa’ meteva anche un bel oso de persuto, qua de mi no se trova ma meto i “fondini” che xe boni losteso, ciau! 😊😊😊
Buon pomeriggio Alessandra! Con qualche manciata di minuti a disposizione, sto navigando tra i blog amici 🙂
Bello rileggerti. A presto,
Tiziana
Ciao Tiziana! Scusami è un po’ che non vengo dalle tue parti! Ultimamente ho tanto lavoro e non riesco a navigare molto e a stare dietro al blog, ma spero rimediare presto ! 🙂