La zia Lilla, classe 1913, non amava cucinare. Lei era felice solo quando viaggiava, stava con i suoi cani o in giardino. Ma c’erano due o tre ricette che aveva scoperto di riuscire a preparare e che piacevano a sorelle, cognate e nipoti e quindi le riproduceva in modo seriale per esser certa del risultato e, soprattutto, per non rubare troppo tempo alle sue occupazioni preferite.
Una di quelle ricette era la torta mantovana che la zia aveva scoperto su “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene” di Pellegrino Artusi, un classico della cucina italiana che apparteneva alla sorella, la zia Bibi, appassionata di cucina e cuoca ufficiale di casa. Si da il caso che la zia Lilla non amasse regole e imposizioni rigide. Per questo motivo, nonostante l’autore della ricetta fosse più che affidabile, aveva preferito cambiare, seppur leggermente, dosi e ingredienti.
Il testo dell’Artusi (Terza edizione datata 1914), un po’ squinternato e con le pagine ingiallite e macchiate dal tempo, è giunto fino a me. Regalo della zia Lilla di qualche anno fa. Il testo è colmo di annotazioni, appunti e ritagli di vecchi giornali di cucina. Un vero tesoro dal quale attingere idee e trovare ispirazioni. Tra le sue pagine ho ritrovato, annotate su un foglietto a quadretti, le dosi della zia Lilla per la sua personale versione della torta mantovana dell’Artusi.
Zia Lilla non preparava più la sua torta di noci da molto tempo. Quando mi aveva regalato l’Artusi, io le avevo promesso di rifarla, ma non ho mantenuto la promessa. La zia da un paio d’anni non c’è più (se ne è andata poco dopo aver compiuto 100 anni!) e io ho fatto soltanto oggi, e per la prima volta, la sua torta. Se da lassù mi guarda (e sono certa che sia così) mi starà dicendo che “manca ancora un pizzichino di sale!”.
La ricetta originale dell’Artusi prevede l’utilizzo di mandorle e pinoli. La mia versione prevede invece l’utilizzo delle noci. La zia ha leggermente aumentato la quantità di farina (l’Artusi prevede 170 g di farina), aggiunto un pizzico di lievito, diminuito di 20 g lo zucchero e variato la quantità di uova, Artusi prevedeva l’utilizzo di un uovo intero e tre tuorli, la zia utilizzava tre uova intere.
E’ una torta semplice, adatta alla prima colazione oppure da gustare a merenda o all’ora del te. Va servita fredda e si conserva per un paio di giorni.
- 150 g di gherigli di noce
- 150 g di zucchero
- 150 g di burro
- 200 g di farina
- 3 uova
- mezzo cucchiaino di lievito per dolci
- scorza di limone bio
- un pizzico di sale
- Far fondere il burro a bagnomaria, oppure, se non avete tempo, nel forno a microonde.
- Lavorare con una frusta le uova, aggiungere lo zucchero e il sale e continuare a montare fino a ottenere un composto biancastro.
- Versare la farina setacciata con il lievito, poca alla volta, mescolando delicatamente con un cucchiaio di legno. Aggiungere in ultimo una grattatina di scorza di limone e il burro fuso. Amalgamare bene il tutto e versare il composto in una teglia di 22 cm di diametro imburrata e infarinata. Cospargere con le noci tagliate grossolanamente facendole parzialmente affondare con una leggera pressione delle dita.
- Cuocere la torta in forno tradizionale a 180° per 30-40 minuti. Lasciar raffreddare prima di servire.
Con questa ricetta partecipo al contest indetto da Cucina Semplicemente in collaborazione con Grandi Molini Italiani.
Ciao Alessandra, passano gli anni ma i ricordi dei primi incontri in Cucinait rimangono e oggi ho trovato il tuo sito in Pinterest con questa magnifica torta.
Chapeau come al solito.
Volevo chiederti se invii le newsletter ai singoli affezionati che ne fanno richiesta oppure no.
Su Pinterest ci vado poco e quindi è difficile che mi imbatto nel tuo nome.
Ti ringrazio vivamente per la risposta che mi darai e ti invio un affettuoso saluto.
Mandi
Ciao Rosetta!!! Come stai? Che bello ricevere questo tuo messaggio! Mamma mia che salto indietro nel tempo al nostro mitico forum! Come stai? Sei di Milano se non ricordo male… Spero che tu e la tua famiglia siate al sicuro e nessuno dei vostri cari sia stato toccato dal virus… Non sto seguendo molto il mio blog, purtroppo, per mancanza di tempo e di stimoli giusti, quindi non ho una newsletter, ma appena mi rimetto in carreggiata te lo farò sapere… Vienimi ogni tanto a trovare che mi fa tanto piacere. Ti abbraccio forte e spero a prestissimo
mandi 🙂
una torta splendida direi…mi piacciono sempre tanto le ricette “del ricordo”, hanno quell’ingrediente in più che è l’amore da parte di chi ce le ha donate, che traspare e si percepisce quando le gustiamo!
Un abbraccio Ale e buona continuazione
Ciao Simona! E’ proprio una ricetta del ricordo! Non sarà la torta più buona del mondo, ma per me è speciale perché ha il gusto dei pomeriggi trascorsi a casa della nonna e con la zia. Come ho scritto, non l’avevo mai fatta prima d’ora, ma desso diventerà la torta che mi preparerò quando avrò bisogno di una coccola che viene dal passato 🙂
Grazie per essere passata di qui. Un abbraccio forte anche a te e a presto