Sabato scorso, a Trivignano Udinese, il Molino Moras ha aperto le porte al pubblico: un’occasione unica per visitare il molino (sì qui si dice molino, che deriva da mola!) e conoscere una famiglia che, da oltre un secolo, tramanda di padre in figlio la nobile arte dell’antico mestiere di mugnaio.
Era da qualche anno che mi ripromettevo di far visita alla famiglia Moras e sono felice di aver finalmente colto questa occasione.
Il programma organizzato per l’evento prevedeva interessanti attività: visite guidate del molino, passeggiate in carrozza, camminata alla scoperta del vicino borgo medievale di Clauiano, lezioni sull’affascinante mondo del tè, nonché la possibilità di degustare birre artigianali e prosciutto cotto in crosta di pane…
Non potevo certo perdermi la visita del molino!
Divisi in piccoli gruppi, gli ospiti presenti vengono accompagnati da un dipendente del molino, o da un membro della famiglia Moras, alla scoperta del processo di fabbricazione della farina. Il gruppo nel quale sono stata inserita è guidato da Anna Pantanali, responsabile dell’ufficio marketing dell’azienda.
Anna, che appartiene alla quinta generazione della famiglia di mugnai, ci accoglie raccontandoci la storia del molino e della sua famiglia. A Trivignano Udinese il molino comunale, risalente al 1800, venne acquistato da Geremia Moras (mugnaio di origini venete) nel 1905. A quel tempo il molino funzionava “a palimenti” e cioè con un sistema basato su due mole ad acqua che, sfregate tra loro, riducevano i chicchi di grano in farina.
Negli anni della Grande Guerra è il figlio di Geremia, Giacomo, che si dedica con tutte le proprie forze alla gestione del molino; il molino era attivo giorno e notte e si fermava soltanto a Pasqua e a Natale.
Con il passare degli anni Giacomo e, successivamente il figlio Vittorio (il nonno di Anna), rinnovano il molino investendo le loro risorse nell’ammodernamento dei macchinari. Non è un periodo facile, i molini della Bassa Friulana chiudono uno dopo l’altro, ma Vittorio decide di investire, credendo ciecamente nel progresso e nelle nuove tecnologie, passando dalle mole ai cilindri, aumentando sensibilmente la capacità produttiva del Molino Moras.
Oggi sono Vittorio e i suoi due figli, Nicoletta e Massimiliano, a portare avanti la tradizione, arricchita dall’apporto di tutta quanta la famiglia, da sempre il vero punto di forza dell’azienda.
Inizia la visita e con Anna scopriamo che il lavoro di un molino moderno si sviluppa in senso verticale. Saliamo e scendiamo strette scalette in legno per capire il viaggio che percorre ogni singolo chicco di grano da quando arriva al mulino a quando, dopo esser stato sottoposto a diversi processi di molitura e setacciatura, ormai divenuto farina, viene confezionato e avviato alla vendita.
La tecnica di molitura a cilindri prevede la successione di diverse macine, composte da cilindri che ruotano in senso opposto. Il processo vede il susseguirsi di cilindri sempre più ravvicinati e di setacci a maglie sempre più fini. Il trasporto della materia prima da un passaggio all’altro avviene attraverso lunghi tubi che collegano i diversi piani della struttura.
L‘arte del mugnaio consiste nel trasformare il grano in farina, ci spiega Anna sottolineando l’importanza di acquistare un buon grano per ottenere una buona farina. Il Molino Moras acquista parte del grano in Friuli (l’azienda sta lavorando per riuscire a creare una filiera tutta friulana), ma il raccolto locale non soddisfa tutte le esigenze della produzione. Per questo motivo la famiglia Moras acquista il grano anche su altri mercati: in particolare in Austria e Ungheria. La farina di forza viene invece ricavata da un grano tenero che proviene da una regione del Canada che si chiama Manitoba (da cui il nome attribuito alla farina di forza che tutti conosciamo).
Ogni molino macina un solo tipo di cereale – continua Anna – e, nella più parte dei casi, può trattarsi di grano tenero o duro, oppure di grano turco (mais). Il Molino Moras macina esclusivamente grano tenero. Non esiste però soltanto un tipo di grano tenero. Il grano tenero può contenere una percentuale di proteine che può andare dal 9 al 14%, spiega Anna. In base alla percentuale di proteine in esse contenute, le farine si classificano come forti oppure deboli.
Alla fine delle operazioni di molitura e setacciatura si ottengono così diverse tipologie di farine che, in Italia, vengono differenziate e classificate in base al DPR 187 del 2001. Questo tipo di classificazione (solo Italiana) misura le ceneri, ovvero la quantità di sali minerali presenti nelle farine.
Sono molte le tipologie di farina prodotte dal Molino Moras: farine per panificazione, per pasticceria, per pizzeria e altre farine particolari ad alto contenuto di fibre ed elevato apporto proteico. Se volete farvi un’idea delle farine che potrete acquistare presso i punti vendita dell’azienda date un’occhiata al loro sito.
Anna, al termine della visita, sottolinea come sia fondamentale saper scegliere la farina giusta per ottenere il massimo dei risultati in cucina. E sono proprio finalizzati a divulgare questo genere di informazioni i corsi che il Molino Moras organizza durante l’anno nelle sue sedi di Trivignano e Trieste. Termino dunque la visita al molino ripromettendomi di approfondire ulteriormente la mia conoscenza sulle diverse tipologie di farina e sul loro corretto utilizzo.
Fuori continua la festa. Una fresca selezione musicale, la degustazione di prosciutto cotto Dentesano in crosta di pane, le birre artigianali del birrificio Foglie d’Erba, i giochi per i bambini, le passeggiate in calesse … ma il mio obiettivo è un altro: il corso di degustazione tè organizzato dall’Accademia Ferri… ma di questo vi racconterò in un prossimo post.
Se volete conoscere i prodotti del Molino Moras, questi i due punti vendita dell’azienda:
Buteghe dal Mulin presso la sede in Via Palma, 40 a Trivignano Udinese (Ud)
Un Sacco Moras via Felice Venezian, 13 a Trieste
Per ulteriori informazioni: http://www.molinomoras.it/
Lascia un commento