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Si inaugura con un articolo su Pechino la nuova collaborazione di unacasaincampagna con viviconstile.it, un sito giovane, ma già con un proprio carattere ben definito, che segnala luoghi, prodotti ed eventi di stile. Mi ritrovo nei contenuti e nelle scelte editoriali di viviconstile.it, è una gioia, quindi, per me, aggiungere anche il mio contributo.
In questo primo post vi racconto di un posto speciale che ho scoperto durante il mio recente viaggio in Cina. Un noodle bar inserito in un complesso dallo stile neo-industriale nato dal recupero di un ex sito produttivo. Se siete curiosi di leggere il mio articolo, questo è il link.
Ma (in seguito) l’ho anche aggiunto qui sotto!
Pechino, la città nascosta in un’oasi di pace tra i grattacieli
Capitale di un immenso paese, antica città imperiale, metropoli del futuro con più di 18 milioni di persone, Pechino è oggi una delle città più intriganti e affascinanti da scoprire.
I turisti di norma vi restano 4 o 5 giorni. Sono sufficienti per vedere la Città Proibita, l’immensa Piazza Tienanmen, trascorrere una mattinata al Palazzo d’estate, visitare il Tempio del Cielo e magari organizzare un tour fino alla Grande Muraglia. Ma se volete che Pechino si sveli ai vostri occhi e vi mostri quanto è celato dietro alle sue alte mura e alle grandi porte rosse delle residenze in stile tradizionale, allora dovete fermarvi un po’ di più.
Esploratela allontanandovi dai luoghi comuni, non abbiate paura di perdervi lungo le stradine degli hutong (gli antichi quartieri storici), visitate i mercati popolari, ascoltate quello che la gente che ci vive ha da raccontarvi. È proprio dietro ad anonime mura di mattoni rossi, incastonato fra i grattacieli, che si cela il posto di cui vi voglio parlare e che ho scoperto durante il mio ultimo viaggio a Pechino.
1949 – The Hidden City: 6000 metri quadrati di privacy neo-industriale che sfugge agli sguardi meno attenti. Una vera piccola città nella città, un angolo nascosto di tranquillità dove rifugiarsi quando non se ne può più del caos della metropoli. Nel 1949 questo luogo vide nascere il Beijing Machinery and Electric Institute, centro di ricerca e produzione industriale del quartiere periferico di Sanlitun. Nel 2008, una società cinese, la Elite Concepts, decise di ristrutturare il sito per trasformarlo in uno dei luoghi più hip del panorama mondano pechinese.
Alcuni ristoranti, un giardino che funge anche da spazio-eventi, una galleria d’arte contemporanea e un private member’s club. Tutto questo è 1949 – The Hidden City.
Dei tre ristoranti ospitati in questo complesso industrial-chic, ho deciso di provare il Noodle Bar. I noodle – gli spaghetti cinesi – si possono considerare il fast food degli abitanti di Pechino. Serviti in un’ampia ciotola di brodo fumante, con un condimento a base di carne, pesce, ma anche di sole verdure, i noodle si possono consumare a tutte le ore del giorno. È tipico a Pechino, come in gran parte della Cina, vedere persone che sostano in micro ristorantini affollati o che fanno la fila davanti a carretti ambulanti per consumare una corroborante porzione di spaghetti.
Il Noodle Bar del 1949 – The Hidden City permette di vivere un’esperienza tradizionale pur rimanendo in un’ambientazione semplice, ma elegante e contemporanea. Il locale è molto piccolo, quasi interamente occupato dalla cucina a vista. Una sorta di palcoscenico sul quale quattro cuochi, nelle loro eleganti divise nere, si alternano attorno a pentoloni di brodo fumante e preparano gli spaghetti. Ci si accomoda, assieme ad altri clienti, a un unico bancone di legno chiaro che si sviluppa a ferro di cavallo attorno alla cucina.
Da qui, seduti su piccoli sgabelli, possiamo assistere alla spettacolare preparazione dei noodle. È stupefacente vedere come, partendo da un unico cilindro di pasta, quelle mani incredibilmente abili riescano a ottenere, con pochi movimenti rapidi e secchi, decine di lunghi, perfetti spaghetti bianchi. Il menu è essenziale, segue la stagionalità, tre tipi diversi di brodo con carne e verdure, un’opzione vegetariana (noi scegliamo quella, funghi misti). Davanti a ogni commensale una scelta di salse e condimenti da aggiungere a piacere. Viene proposta l’alternativa tra i noodle sottili e quelli più spessi e piatti. Scegliamo di provare entrambe le versioni. Ci lasciamo tentare anche da un appetizer e ordiniamo dei germogli di bambù saltati in padella con salsa molto piccante. Sorseggiamo una birra e ci godiamo lo spettacolo della preparazione dei nostri noodle.
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